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Posts Tagged ‘Strøget’

C’è una luce strana, al tramonto.
Niente colori caldi, niente riflessi sulla superficie dei laghi, solo un azzurro vagamente grigiastro ma incredibilmente luminoso.
È il cielo che non ti stupisci di trovare, a conti fatti, sopra la tua testa e a questo vento che, testardo, continua a spettinarti i capelli.
Hai smesso di farci caso, al vento.

È già Natale, qui a Copenhagen, da almeno quindici giorni buoni.
Con la scusa di portare Ephram in giro, cammini per le strade della Strøget con un caffelatte-to-go in mano, mescolandoti ai turisti e a chi fa acquisti natalizi, e rivelandoti ogni tanto per quello che sei – nulla più che una straniera – facendo una foto, a questo o a quel particolare.
Ti viene da ridere, nel sentire una coppia di busker impegnata ad allietare la clientela della strada dello shopping più lunga d’Europa con le note di no tiengo dinero, e però ti senti grata per quel sorriso, il tuo e quello degli altri.
Cuori, luci, decorazioni, le vetrine dei negozi traboccanti di pacchi e pacchetti, offerte natalizie e abitini cortissimi e pieni di strass, come se capodanno fosse domani. Alberi di Natale, lo julemarked (mercatino di Natale) lungo il Nyhavn – vale a dire il canale più fotografato della città -, gente che pattina sul ghiaccio e poi tantissime candele colorate. Ovunque.
Ti chiedi come sia possibile tutto questo calore, e ne cerchi uno simile frugando tra i ricordi che hai dell’Italia, di Bologna, ma tutto quello che ti viene in mente è freddo, fretta, silenzio. Gente che corre, gente che biascica lamenti per via del tempo, gente che sbadiglia davanti alla vetrina di un negozio.

Strøget, Christmas time

Entri da un bager, un panettiere, chiedi una ciabattabrød ma sai già che la commessa ti guarderà perplessa, per via del modo strano in cui hai pronunciato la parola ciabatta. E sai già anche che ti verrà spontaneo sorridere, ancora una volta, quando lei ti correggerà chiedendoti se, per caso, è una cibatti quello che vuoi. Yes, dirai semplicemente. Yes, please.
E con in borsa la tua ciabattabrød che è tutto meno che una ciabatta, e che però è anche la cosa più simile alla tua concezione di pane che hai mangiato finora, e con in borsa il croissant al cioccolato reclamato più volte dalla golosità di Ephram, ti incammini verso Amalienborg, la residenza reale, e ti godi quel che resta di un cambio della guardia scarsamente illuminato, prima di rientrare alla hus piccina picciò, che ormai è diventata la tua, ennesima, casa.

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