quattro mesi di autobus e scuola superiore, e quel che resta della tela bianca è il colore del tuo zainetto. gli invento un passato non troppo lontano, tua madre che dice ‘si sporcherà subito’, tu che già lo amavi prima ancora di comprarlo, e che adesso provi per lui l’inattaccabile, sgualcito amore dei compagni di viaggio. mi chiedo se dentro ci tieni un diario che è un pezzo di vita, com’era anche il mio, e quali sono le pagine che strapperesti, quali invece quelle che vorresti uguali nei diari dei prossimi anni. hai la bellezza che si impara da adulti, quella che i quindici anni non sanno vedere, le sopracciglia folte e perfette e i lunghi capelli scuri, un po’ mossi. hai la tua età timbrata addosso, una fascia di perline e l’orsetto che si tiene alla cerniera, per non caderti via. potessi credermi anche solo per un istante, verrei a dirti che tanto finisce presto e comunque non finisce mai, e ti farei un sorriso complice che non capiresti prima di altri dieci anni, ma tu ne hai solo quindici e hai tutta la storia dietro e tutte le vite che vuoi davanti, e il futuro lo guardi ancora e solo con gli occhi chiusi.
time grabs you by the wrist, directs you where to go
22.1.2009 di annika
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Questa cosa la faccio spesso anch’io.
Inventare i passati. 🙂
Non so, ma i quindici sedici anni altrui sono sempre i più interessanti. Forse ci chiama il senso di riscatto. Forse sono vecchie foto che guardi senza saperti riconoscere.