the map led to an island
in a sea of store-bought dreams
where soulless singers sang
over beats built by machines
and lovely girls were hovering
above my head like gulls
with their long slender necks
and their delicate skulls
and i was no picnic
i was no prize
but i had just enough sweetness
to keep you hypnotized
[Ani DiFranco, hypnotized ]
Domenica mattina, villa arpies deserta, il silenzio interrotto solo dal monotono rincorrersi delle pale del ventilatore, e dai rumori della strada, le macchine che corrono, quelle che rallentano e si fermano al semaforo, quelle che ripartono; le voci metalliche dagli autobus in sosta, ventottopiazzacostituzione, ventipilastro, che, da ormai cinque anni, scandiscono il mio tempo in questa casa. Si impara a non fare più caso, a certe cose.
Seduta sul divano, mi guardo attorno: il poster della mostra di Andy Warhol, la locandina di vacanze romane, un bianco e nero di William Claxton, la foto dell’incidente del 1895 alla gare Montparnasse, tra le altre cose appese alle pareti.
È una bella sensazione, una domenica mattina di luglio, un sacco di tempo per fare un sacco di cose, senza necessariamente uscire da casa. Mi concedo un po’ di malinconia, anche, perché tra una decina di giorni questa casa smetterà di avere il mio sapore, e non avrà più nulla di me, nel giro di poco, pochissimo tempo; porterò via i mobili, così come ho portato via i quadri, e così come ho staccato le fotografie dalle pareti chiuderò le mie cose negli scatoloni e, uno alla volta, li porterò via da qui, insieme ad una fetta cospicua dei miei ultimi cinque anni di vita.
Silenzio, ora, giusto il ronzio vagamente pigro del ventilatore, e i tasti del computer.
Inevitabile, credo, pensare che questa sia un’altra delle tante porte che si chiudono alle mie spalle, ma ormai l’ho capito che voltarsi non serve poi a molto, se non a perdere tempo, e che è cosa buona e giusta, l’andare sempre avanti.
Cara ragazza col girasole in mano…
ho come l’impressione di leggere una sorta di Annika 2.0 che sta chiudendo una porta del passato ma ne già aperto almeno altre due… 🙂
Ma, caro demone, non si era detto versione 2.4, scusa?! 😉
Quella era la versione del kernel…
Il 2.0 era riferito alla Annika che scrive blog (e che a me piace leggere) 😉 Chiaro no?
Il versioning è una questione annosa. AnniKosa in questo caso. Ci si sconfonde sempre.
Sul post.
Non sono ancora riuscito, a mia memoria, a lasciare aperta una porta e poi a evitare di rivolgermi indietro. A quanto pare le devo proprio chiudere, le porte che oltrepasso
Oppure imparare. Spero di imparare.
Comunque, in chiusa del post un bel “boia chi molla” e “chi si ferma è perduto” non ci sarebbe stato male! xD
demone: chiarissimo 😉 Beh, spero che la AnniKa-Blogger v2.0 sia ancora di tuo gradimento, allora!
StM: Boia chi molla è scritto in calce con l’inchiostro simpatico, ti basta mettere il monitor del PC sulla fiamma per vederlo saltare fuori. 😛